The Covenant, la recensione

29.10.2023

Ti aspetti un film alla Guy Ritchie e invece ti ritrovi in una pellicola del tutto diversa. Il regista prende le sue debolezze, le riduce in frantumi e poi le trasforma modellandole alla perfezione. Non è un semplice film sulla guerra dove la morale si assimila a una canzone di Sergio Endrigo, ma è molto di più. Un titolo imponente, che ti cattura non appena lo pronunci grazie alla sua forza fonetica: "The Covenant". Un tuono, un rimbombo dentro la tua mente che si trasferisce poi (in)direttamente all'interno delle scene del film. E se con The Gentlemen e Operation Fortune lo stile di Guy Ritchie aveva raggiunto delle massime, qui tutto cambia, inverte rotta, rompendo totalmente gli schemi 'ritchiani' e portando sullo schermo forse una delle sue miglior riuscite. Jake Gyllenhaal e Dar Salim sfornano due ottime interpretazioni. Nessuno dei due sovrasta l'altro, sono entrambi protagonisti. Ed è proprio questo che rende la loro performance rasente alla perfezione, senza uno l'altro cadrebbe ma insieme sono un concentrato di talento ed emozione.

La trama si accende sullo sfondo di un ribelle e irrequieto Afghanistan d'inizio 2018. Il sergente John Kinley (interpretato da Gyllenhaal) sta supervisionando con i suoi uomini un posto di blocco sulle strade, appunto, dell'Afghanistan. Durante le operazioni un'imboscata, personificata in un camion bomba, uccide uno dei soldati e l'interprete che era stato precedentemente assegnato alla squadra. Ed è qui che entrerà in scena Ahmed (interpretato da Dar Salim), interprete che accompagnerà il sofferente sottoufficiale in una missione che sarà una sorta di teso e ansiogeno viaggio alla scoperta del passato dei due protagonisti. Una narrazione che differisce dal racconto armato della guerra e che va ad incanalarsi sui rapporti e i legami della fratellanza. D'altronde il titolo parla chiaro: "Il patto", un impegno umano nel rispettare le promesse date.

The Covenant racconta un tema troppo spesso dimenticato, quello degli interpreti afghani. Di fatti, pur non essendo basato su una storia vera, questo lungometraggio ripercorre la tragedia degli oltre 50 mila interpreti che furono assoldati dall'esercito americano durante la campagna militare in terra straniera. Una storia toccante che tasta con mano vari generi: dal war movie, al survival movie fino ad una sorta di thriller, ed è nel finale che la critica e la denuncia al governo americano si fa limpida e chiara. Se nel corso della pellicola vengono indagati più categorie di genere ciò che non cambia, ma bensì evolve, è proprio il titolo del film, che con il passare dei minuti assume sempre più centralità e importanza.

La colonna sonora a firma di Christopher Benstead accompagna lo svolgimento della vicenda con note malinconiche e accese, facendoci rimanere concentrati sullo sviluppo di quello che sta accadendo. C'è l'ossessione e il tentativo di mantenere la parola data a colui che è riuscito nell'impresa di salvarti la vita. "C'è qualcosa che mi lega a quell'uomo, qualcosa che non potete vedere ma c'è, io toglierò quell'uomo e la sua famiglia dalla posizione in cui gli abbiamo messi", le parole pronunciate da John Kinley al colonello Vokes. Un discorso che racchiude a pieno il significato del titolo su cui verte l'intero film, accordi e patti prestabiliti da dover onorare. Un senso umano che scavalla i canoni dei classici film sulla guerra.

Guy Rietchie inserisce all'interno della pellicola tutta la sua esperienza, cambiando stile, schemi e tematiche, dimostrando di poter cambiare e di saperlo fare in modo eccelso, perché una mente che conosce è una mente aperta. Ci rende partecipi di una riflessione che riguarda tutti noi, una critica sul valore delle promesse e delle responsabilità, non solo individuali ma anche nazionali.

Se ti piace il cinema dai un'occhiata alla mia nuova pagina Instagram--> Cinema Sensazioni

© 2022 Blog di Niccolò. Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia